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Liberarci dalle spine

I campi e i laboratori antimafia si legano in modo indissolubile ai terreni confiscati alla criminalità organizzata, sono la naturale conseguenza della filosofia della confisca: restituire i beni alla comunità, renderli vivi, animarli per azioni di democrazia e giustizia sociale.

A vent’anni dall’entrata in vigore della legge 109/96 che prevede il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, la filosofia che sta alla base della promozione dei campi non è cambiata: restituire questi beni alla comunità, tornare a renderli produttivi e vivi, animarli con iniziative culturali, formative e informative sulla difesa della democrazia, della legalità,  della giustizia sociale, del diritto al lavoro.  Una pacifica ‘occupazione’ di questi spazi, dunque, abitata dalla presenza di centinaia di persone che si spendono con impegno e dedizione per costruire comunità alternative alle mafie.

Il  programma dei campi di lavoro e conoscenza sui terreni confiscati, promossi da ARCI, CGIL, Spi – Cgil, Flai CGIL, Rete degli studenti medi e Unione degli universitari, consta di decine di attività, tra laboratori e campi di lavoro, nelle diverse  località, nel periodo estivo e fino ai primi di ottobre. Sono organizzati  in Lombardia, Veneto, Liguria,  Piemonte, Marche, Puglia, Campania, Calabria e Sicilia.

Da quando sono iniziati, nel 2005, i campi hanno ospitato migliaia di giovani (l’iscrizione è possibile anche per i minorenni),  e hanno visto impegnati nel lavoro volontario anche tanti anziani, in un’ottica positiva di scambio di memoria e di rapporto intergenerazionale.

http://www.campidellalegalita.it/

http://arci.it/blog/antimafie/news/campi-e-laboratori-antimafia/