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Codice Ong: un’operazione intimidatoria verso le organizzazioni umanitarie

Pubblichiamo il comunicato stampa di ARCI Nazionale sul codice di condotta per le ONG, impegnate nei salvataggi di migranti.

“Un’operazione intimidatoria verso le Ong e di propaganda e un probabile aumento dei morti in mare: questo, in sintesi, quanto produrrà il codice Ong, a nostro avviso un tentativo maldestro di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dall’incapacità della UE e dell’Italia di trovare soluzioni giuste e praticabili alla crisi umanitaria che investe il vecchio continente.

Infatti a firmarlo sono state solamente due Ong (Save the children e Moas, a cui si aggiungerà la spagnola Proactiva Open Arms che ha comunicato formalmente la sua adesione), mentre le altre se ne sono tirate fuori.

A non convincerci, in particolare, sono due punti: la presenza a bordo delle navi di agenti di polizia giudiziaria armati, che rappresenta un ulteriore elemento di criminalizzazione dei migranti nel momento in cui sono più vulnerabili; e la richiesta di dichiarare fonti di finanziamento a Ong che pubblicano già i loro bilanci on line, un aspetto che serve solo a creare diffidenza nei loro confronti.

Insomma, si aggiungono solamente degli ulteriori elementi di “controllo” nei confronti delle organizzazioni umanitarie, che hanno in questi mesi tratto in salvo il 40% delle persone sbarcate in Italia, suggerendo che esse non agiscano correttamente e che il loro operato vada monitorato in maniera sempre più stringente. Distogliendo l’attenzione da quello che dovrebbe essere l’unico e fondamentale obiettivo in questo momento così drammatico: salvare vite in mare.
Mentre l’obiettivo del codice Ong sembra essere solo bloccare i flussi, impendendo alle persone di mettersi in salvo, e consegnandole di fatto a bande criminali che controllano il territorio e i porti libici.

Chiediamo all’UE di attivare quanto prima la Direttiva 55/2001, indicando la strada della solidarietà e condivisione e non della chiusura e dell’egoismo; di aprire canali di accesso legali e sicuri sottraendo le persone in cerca di protezione al ricatto dei trafficanti; di mettere in campo un programma europeo di ricerca e salvataggio. Misure che darebbero finalmente centralità alla vita e dignità delle persone e credibilità al nostro Paese, isolando i predicatori d’odio e razzisti di professione.

Roma, 1 agosto 2017”